Gianfalco. Questo pseudonimo me lo imposero quando tiravamo un giornale studentesco negli anni cinquanta. Pur avendo appreso più avanti che se lo era attribuito prima di me Giovanni Papini me lo son tenuto quando ho ripreso a far vignette di notte in attesa di collegarmi con Ted Freeman, un fisiatra australiano che da Sidney ci dava una mano per risolvere un dramma.
Venticinque anni, più di quattromila vignette oltre qualche centinaio disegnate per Verona In: nuove amicizie, qualcuna persa, un continuo esercizio di leggerezza per schivare la tentazione di favorire facili e sguaiati sghignazzi. Insomma, una gran bella esperienza e tanti insegnamenti.
Sono stato fermo per qualche tempo, ora però sento l’esigenza di ritornare al mio nome e cognome, chiudere un ciclo e aprirne uno nuovo; ho qualche idea, vedrò se sarò capace di realizzarla.
In attesa, tengo d’occhio la situazione e battezzo la nuova firma.