La spaccata referendaria

referendum costituzionale

Vince il Si, vince il NO

Voterò NO ma secondo me sarà il SI a prevalere.
Manca un mese e fioriscono scivolamenti e trasferimenti dall’area degli indecisi a quella dei favorevoli, incoraggiati anche da molti mezzi di informazione che si stanno unendo al coro governativo. Si stanno spostando quelli che “Renzi è inadeguato ma serve un cambiamento”, e così si inadeguano anche loro; quelli che “ci vuole una scossa”, come se non bastasse il terremoto”; quelli che hanno da mantenere una tregua in famiglia, ché la divisione sul toscanello rischia di mettere in crisi equilibri coniugali già traballanti; quelli che “sì, è vero, ha promesso lavoro e abbiamo licenziamenti, ha promesso di fare la migliore scuola del mondo ma ormai siamo al disastro, si è scagliato contro i populismi e poi molla ottanta euro di qua e di là, ha sputato sull’annuncite altrui e poi non passa ora che non fa annunciazio’ annunciazio’. E però se perde e se ne va chi mettiamo a capo del governo?”.

E qui non sono d’accordo con chi voterà come me. La vedo difficile, ma se vincessero i NO non vedo alcun motivo per cui Renzi debba dimettersi: sarebbe sperabile che riconoscesse gli errori commessi e vi ponesse rimedio mettendosi veramente al lavoro sui problemi veri del Paese e liberandosi di tante mezze calzette di cui si è circondato. Ha l’età, l’energia, l’impeto e le capacità necessarie. Deve solo rinunciare alle furbizie e recuperare l’intelligenza degli inizi.

Se fosse capace di farlo (magari anche vincendo, ma non ci spero), smettendola di metterci gli uni contro gli altri, forse saremo in tempo per cominciare a ricucire la spaccatura che si è creata e che rischia di restare definitiva – con esiti tragici – se non si cambia veramente verso.

Qui i motivi per cui voterò NO.

#MatteoRenzi, #referendumcostituzionale, #4dicembre2016, #riformacostituzionale

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